Invecchiare in salute non è questione di fortuna , ma di scelta quotidiana. Non basta “fare bene” ogni tanto: la differenza la fa la costanza nell’equilibrio.
Oggi vi voglio raccontare un episodio personale che, pur drammatico, mi ha confermato quanto il metodo Happygenix e uno stile di vita equilibrato possono fare la differenza.
Sequenza numero uno. Borsone con racchetta e tubo nuovo con le palline. Sabato di fine agosto, tra mare e tennis. Un sogno!
Fermo immagine. Sequenza numero due. Lentamente apro gli occhi, luci soffuse, un’ampia sala con quattro, cinque letti. L’istinto di sopravvivenza mi spinge a togliermi il tubo dalla bocca per respirare. Sto vivendo nella bolla di un incubo, forse un film. Sono sempre stato un amante dei thriller, specie di quelli in cui la scena viene girata all’interno di un ospedale.
Al suono di un allarme realizzo di essere in una sala di rianimazione e che la scena non è quella di un film su Netflix ma è la mia vita reale. È strano pensare di vedersi ribaltato in uno schermo, senza cognizione del tempo e dello spazio. Senza la forza e l’energia di avere paura, quasi in una pacata e logica accettazione degli eventi. D’un tratto una mano mi sfila il tubo dalla gola. Ho fame di aria di acqua e di sapere, capire. Dove sono? Quanto lungo è stato lo scorrere del tempo, dalla racchetta con il tubo nuovo delle palline a questo letto? Con il lento ma inesorabile scorrere di una marea montante, sento il bisogno di afferrare qualcosa, un appiglio e di fare emergere la mia paura. È stata incarcerata per troppo tempo ma ora è libera di muoversi. Cosa mi è accaduto? Perché proprio a me? Cosa ho sbagliato? Il soffocato urlo dei miei perché non riesce ad accendere nessuno sguardo nella sala.
Forse la voce della stessa mano, asciugandomi le lacrime, mi dice : “ce l’hai fatta, il tuo corpo ha vinto la battaglia, sei forte, sei fuori pericolo!”
Si piange per dolore, per disperazione, per un abbandono. Io ho pianto per gioia, con lacrime che si muovevano impazienti di emergere dal petto con tutta la loro prorompente gioia.
Nel tempo ho spesso parlato ai miei pazienti, nei miei dibattiti, di felicità, di contentezza, di amore e dei loro diversi significati. Forse non sempre sono stato compreso. Tutti noi viviamo in una dicotomia tra noi stessi e il mondo avverso che ci circonda, nel continuo tentativo di giustificare le nostre azioni. In quel letto di rianimazione, in quel momento, io ho sentito di avere dato un reale senso alla felicità, alla contentezza e all’amore.
Sono felice perché ho ritrovato la vita attraverso le parole di una mano che mi ha sentito e mi ha infuso coraggio. Senza quella mano sarei ancora un profugo alla ricerca della vita.
Sono contento perché quelle lacrime nascevano da dentro me stesso, dalla mia anima, dalla mia essenza. Dalla coscienza, forse ora differente, di comprendere cos’è la vita e qual è il suo senso.
Quelle lacrime mi hanno fatto anche sentire il calore della mano che mi accarezzava, l’amore, l’ossitocina, quel neurotrasmettitore che scorre nel nostro sangue, che riduce la percezione del dolore. L’ormone dell’empatia, che favorisce la fiducia, la gratitudine e la connessione con le persone. Sono proprio questi sentimenti ad avermi traghettato fino qui.
Questa esperienza mi ha donato una visione a colori, con un senso di appartenenza alla società in cui viviamo e vivo. Mi ha fatto percepire l’affetto di tantissime persone che mi circondano. Mi ha restituito una spiritualità che avevo smarrito.
Ringrazio tutto il personale che mi ha assistito, il cui pronto intervento mi ha salvato la vita. Gli incidenti di percorso non sempre si possono evitare e qualche volta lasciano strascichi nella memoria e nel fisico, ma uno stile di vita educato e consapevole può aiutare a superare la difficoltà.
Il movimento, l’alimentazione e la gioia nell’appartenere ad una società, come promulgato da Happygenix, hanno fatto la maggior parte, dandomi una grande aiuto a superare gli ostacoli.