L’invecchiamento è legato alla perdita delle “informazioni della giovinezza”.
Le sirtuine, molecole della longevità che aiutano a mantenere efficienti i tessuti specializzati, sono enzimi implicati nella regolazione del metabolismo cellulare. Questi enzimi appartengono alla classe delle deacetilasi degli istoni, che rimuovono i gruppi acetile dalle proteine chiamate istoni che sono coinvolte nell’avvolgimento del DNA.
Le sirtuine sono coinvolte in diversi processi cellulari, tra cui la regolazione dell’espressione genica, il metabolismo energetico, l’infiammazione e la risposta allo stress. Esse possono influenzare anche la replicazione del DNA e la riparazione dei danni al DNA.
La funzione principale delle sirtuine è quella di regolazione dell’equilibrio energetico della cellula. Possono essere attivate da diversi stimoli come il digiuno, l’esercizio fisico e la restrizione calorica. Una volta attivate, le sirtuine promuovono la deacetilazione degli istoni e l’attivazione di proteine coinvolte nel metabolismo, come l’attivatore della proteina 1(PGC-1ἀ) del glucosio (proteina coinvolta nella trascrizione ed espressione genica, tra cui i responsabili della biogenesi mitocondriale e della produzione di energia) e il fattore di trascizione FOXO (fattore di proteine che bloccano l’adipogenesi e la glicogenesi).
Attraverso queste azioni, le sirtuine possono:
La progressiva distrazione delle sirtuine si manifesta con l’incapacità di mantenere la differenziazione di questi tessuti e così i neuroni iniziano a somigliare a cellule della cute, le cellule del pancreas che secernono insulina perdono la capacità di produrla trasformandosi in cellule mesenchimali incapaci di rispondere ai rialzi della glicemia.
Quindi cosa determina l’invecchiamento? E perché persone della stessa specie invecchiano in modo diverso?
Inquinamento, fumo, eccesso di medicinali influiscono sui radicali liberi, molecole instabili che innescano nelle cellule reazioni dannose, distruggendole.
La scienza sta studiando delle molecole in grado di rallentare l’invecchiamento, se abbinate a un corretto stile di vita: polifenoli, attivatori delle sirtuine quali pterostilbene, politadina, onichiolo, lattoferina, senolitici e senoterapeutici.
Acidi grassi che regolano l’infiammazione
L’infiammazione cronica indotta dalle diete incide fortemente sull’infiammazione subliminale favorendo obesità, diabete, malattie cardiovascolari, osteoarticolari, neurodegenerative, autoimmuni, tumori e molte altre.
Dobbiamo prediligere una dieta che riduca l’infiammazione prediligendo cibi ricchi di omega-3 e limitare quelli ricchi di omega-6. Questi ultimi, pur indispensabili, se assunti in eccesso, favoriscono l’infiammazione. Gli omega-3 e omega-6 sono acidi grassi che non vengono prodotti naturalmente dall’organismo ma sono assunti tramite i cibi di cui ci nutriamo. Mentre gli omega-3 favoriscono la produzione di ormoni che riducono l’infiammazione, l’assunzione eccessiva di omega-6 può favorire la produzione di acido arachidonico e di conseguenza l’aumento dell’infiammazione. Pesce azzurro, salmone, trota, noci, semi di lino sono ricchi di omega-3; mais, girasole, soia, salse industriali sono ricchi di omega-6.
Gli omega-3 contribuiscono anche a ridurre le TH1Z, ovvero le cellule cattive che tendono ad aumentare quando il livello di omega-6 é troppo elevato.
Oltre al pesce, é fondamentale assumere integratori ricchi di omega-3 che ci consentono di assumere il giusto apporto che non riusciremmo ad ottenere solo con l’assunzione dei cibi. Il corretto rapporto tra omega 3 e omega 6 può variare seconda delle necessità individuali. Tuttavia, in generale, un rapporto equilibrato tra omega 3 e omega 6 nella dieta è considerato benefico per salute. Alcune linee guida suggeriscono un rapporto di circa 1:1 fino a 1:4. Gli acidi grassi omega 3 sono tipicamente presenti in alimenti come il pesce grasso (salmone, tonno, sardine) le alghe marine, le noci i semi di lino. Altri alimenti che possono contenere quantità di omega 3 includono le uova e l’olio di soia. Gli acidi grassi omega 6 sono ampiamente presenti nella dieta occidentale e si trovano in vari alimenti comuni come i vegetali, come l’olio di girasole, l’olio di mais, olio di semi vari. Gli omega 6 sono anche presenti nella carne, latticini e nei cereali.
Dobbiamo prediligere quindi frutta e verdura, legumi e cereali integrali, carne bianca, possibilmente biologica, pesce azzurro o di piccola taglia, possibilmente pescato.
Riduciamo le porzioni, facciamo trascorrere almeno 12 ore tra l’ultimo pasto della sera e il primo del mattino.
Si stima che oltre il 40% delle malattie diabetiche, oltre il 20% delle cardiopatie ischemiche e oltre il 40% dei tumori siano attribuibili a un eccesso di cibo!
Limitiamo la cena per 3 o 4 sere a sola verdura, praticando una sorta di mima-digiuno.
Il test che si utilizza per misurare il livello di infiammazione silente è il rapporto AA/EPA. Si può effettuare con un semplice pungidito usando due marker : l’acido arachidonico (AA) e l’acido eicosapentaenoico (EPA). Dall’acido arachidonico deriva la produzione di molecole pro-infiammatorie. IL rapporto ottimale AA/EPA dovrebbe essere tra 1,5 e 3. Gli omega-3 sono leggeri anticoagulanti per il rapporto AA/EPA non dovrebbe scendere sotto 1. A Okinawa, in Giappone, dove la popolazione beneficia di una longevità sana elevata, il rapporto è tra 3 e 4.
Da evitare cibi ad alto contenuto di zuccheri, carboidrati raffinati, bevande zuccherate che favoriscono l’infiammazione.
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